Massimiliano Padovan Di Benedetto

Privacy

«Due curiosità: chissà come hai fatto a capire che anche ieri non sarei passata io a riprendere la mia patente, e che forse avrei fatto passare ancora giorni e giorni, ma sopratutto COSA mai avrai raccontato a quelle povere ed ingenue fanciulle della hall per farti dare il mio documento? Sempre meglio non farsi troppe domande.. Oggi pomeriggio vedo Giovanna e recupero il prezioso documento … Comunque grazie! Baci.

… si vede nei tuoi occhi che sei meravigliosamente sba(n)data!… non ho raccontato nulla, hanno pensato che era un gesto d’amore e questo alle fanciulle basta sempre … e poi ho avuto il mio tornaconto … ora sò quando farti un regalo! … XXX

… evidentemente sono una ragazza molto sba(n)data e molto fortunata … questo è gia un bel regalo … ! XXX anche a te»

Qualcuno si domanderà il motivo di questo incipit dove riporto l’intercettazione di una comunicazione privata. Presto detto! È di oggi la notizia che rischia di saltare la legge Falcone che consentiva una corsia più rapida per le investigazioni sulle associazioni criminali ma forse è il momento di fare alcune riflessioni sul senso della privacy (al di là della tutela delle azioni delittuose!).

In tempi in cui Facebook e gli altri social network dilagano e tutti sanno che questi strumenti sono totalmente in antitesi con la parola Privacy, quale è il vero senso della protezione dei propri dati personali? Passiamo la nostra vita burocratica ad accettare clausole obbligate dalla legge 675 senza nemmeno leggerle ma sapendo che nella maggior parte dei casi i nostri dati verranno usati a piacimento del collettore di anime a cui abbiamo venduto la nostra.

Già perché di questo si tratta, oggi il vero valore di qualsiasi attività è l’anima dell’utente e noi tutti accondiscendenti siamo stati trasformati nel triste personaggio della commedia teatrale di Christopher Marlowe. Passiamo i 24 anni del patto senza però avere nessuno dei vantaggi di Faust. Svendiamo il nostro privato inseguendo il sogno della visibilità e difendiamo la nostra privacy forse solo per dare più valore alle stesse cose che regaliamo.

La verità è che aspiriamo tutti al ruolo di personaggio pubblico però adottando ancora una distinzione antica fra esserlo e non esserlo, non rendendoci conto che quello che cambia è solo il numero di persone interessate a ciò che facciamo.