Qualcuno potrà obiettare che la sequenza giusta è passato-presente-futuro e che il post precedente poteva essere una chiosa ma non è così.
Non lo è perche ho iniziato da futuro ma sopratutto perché la sequenza futuro-presente-passato ha una valenza che l’altra non ha. Innazitutto è subito chiara la polpa del frutto, ed il ruolo che i secondi elementi hanno avuto nel crearla è, si, importante ma unicamente fine ad essa. E poi pensare che il futuro sia conseguenza del presente-passato sposta il punto di attenzione in avanti rispetto a considerare che il passato-presente generi il futuro, nel primo caso si afferma l’essere del futuro e nel secondo solo la sua eventualità.
Terminate queste pippe mentali incomprensibili ai più (me compreso a quest’ora di notte) arriviamo al nostro protagonista: il presente, participio presente (molto autoreferenziale!) del verbo præsum composto di præ (innazi) e sum (sono), che in un’accezione canonica sarebbe definito come “già passato” ma in questo vortice sinaptico mi viene da definire “già futuro” in quanto non generatore della memoria ma costruttore di quell’infinito futuro, idea che si riesce a scovare nel lavoro di Ottorino Pianigiani quando lo definisce sinonimo di Imminente e Inevitabile.
Da qui partiamo per arrivare a quello che più si confà alla nostra (mia) idea, quella di un continuum temporale in cui il presente è il futuro in tempo reale senza trasformazioni o investimenti cognitivi che lo fissino in un fotogramma della vita fagocitato dalla memoria.
Presa questa posizione il presente potrebbe anche annichilire il futuro in quanto privato di un ponte col presente e preludere ad una vita vissuta allo e per l’istante, ma così non è. Dovremmo voler affogare in un pozzo la fanciulla chiamata Progettualità, ma ciò non sarà possibile perché essendo figlia di Passato, madre di Futuro e compagna di Presente, senza di lei il sistema (questo e non quello di Minkowski) non avrebbe più senso e svanirebbe.
E chi non contempla Progettualità nella sua gens?
Mi dispiace per lui che non è contemplato nella mia, e di certo non potrà sottrarsi al logos eracliteo!