Massimiliano Padovan Di Benedetto

Soggetto, Verbo e Complemento

"Tu non adoperi soggetto, verbo e complemento. Usi il linguaggio articolato in maniera tutta tua, personale. Non scrivi come ti ha insegnato la maestra!", leggo casualmente (poi il casualmente è tutto da verificare, chi ci dice che un gesto possa non essere conseguenza di un percorso?) questa frase stampata sul retro di un libro e ne rimango profondamente colpito. E’una frase che fa (o a questo punto faceva?) parte del mio lessico, una frase che indicava una richiesta di chiarezza e che per me era lineare e utile.
Ma la lettura di essa in un contesto che la poneva in un accezzione negativa o almeno differente (questa è la sensazione che ne é scaturita e che risalendo (l’episodio della lettura) a poche ore fa non ho avuto il tempo di approfondire) mi ha fatto nascere alcune riflessioni.
Comincerò da fattore comunicazione-rispetto.
E’ giusto forzare gli altri a perseguire un "senso comune" nella forma della comunicazione? Non si tratta forse di una violenza per portare l’altro in un campo che non gli è congeniale e mutarne la sostanza a proprio piacimento?
Se il fine che perseguo nell’espletare l’azione é la chiarezza, che risultato potrei ottenere se lo ritenessi inquinato da una forma non consona al soggetto che la esercita?
In sintesi vogliamo che gli altri dicano ciò che veramente pensano o quello che vogliamo sentirci dire? (qui deve esserci qualche collegamento con il post  "Bisogno o Desiderio" ma al momento mi sfugge!).
E allora forse la ricerca di chiarezza deve essere accompagnata da un movimento di avvicinamento alla comunicazione altrui.
Facendo però un dovuto disinguo: La direzione della comunicazione.
Ritengo, e continuo a ritenere, che se la mia comunicazione non viene recepita é perché io ho sbagliato il canale di comunicazione e non perché l’altro sia inadatto a recepire, ergo se voglio comunicare con qualcun’altro sono io che debbo parlare la sua lingua e questo vale biunivocamente.
Ma se la comunicazione dell’altro é stata da me stimolata forse non posso pretenderlo.
E  forse l’esplorazione di nuovi canali comunicativi scevri dalla costruzione razionale potrebbe portare a relazionarsi in maniera più vera. Indagherò anche (e sporattutto) su questo!