Ogni tanto, come potete ben vedere, ci riprovo. Chissà se un giorno potrò evitare questo stupido incipit per quei momenti che segnano la volontà di ricominciare a scrivere. E allora …
Ieri notte riflettevo sull’essenza delle cose ed improvvisamente mi si affaccia un ideuzza che vi riassumo brevemente: Una cosa nella sua interezza è descrivibile solo come una sensazione, mentre per capirla bisogna descriverne le piccole parti.
Detta così non dice nulla, direte voi (ed io concordo) ma ci porta ad una serie di immagini anche abbastanza poetiche come “l’importanza delle piccole cose” ed altre amenità simili che se riusciamo a sottrarre alla categoria delle superficialità possono aprire un filo che ha un suo perchè.
La prima perla del filo è “L’insieme è maggiore della somma delle singole parti” vecchio aforismo che risale all’inizio delle mie attività professionali, e già qui trovo il legame tra macro e micro.
La seconda è l’esigenza di trasmettere un concetto. Prendiamo “casa” per esempio, se tento di farlo capire ad un’aliena mi troverò di fronte alla descrizione di sensazioni come accogliente, calda o a sinonimi come contenitore o riparo ma solo se descrivo le singole parti che compongono una casa lei se ne farà un idea.
Ma qual’è il punto oltre il quale una cosa la definiamo macro e non più micro? Bella domanda. Forse la risposta sta proprio nel rapporto con l’interlocutore e qui mi posso anche perdere perchè “rapporto” sta proprio nella categoria macro!
Ci penserò…