Già questo è l’interrogativo di oggi, e non è una cosa da poco!
La confusione non diminuisce ma qualche spiraglio appare e vorrei avere più tempo dei cinque minuti che mi separano dalla lezione allo IED, o forse no. Perché così le cose che scrivo, anche se sgrammaticate forse non sono filtrate e moderate da una rilettura che non ci sarà.
Premesso che fare qualcosa con una persona per soddisfare unicamente il proprio bisogno di farla, rende la cosa stessa indipendente da "con chi" la si fa e pertanto annulla il ruolo della persona stessa, mentre avere il desiderio di farla solamente con quella persona ha un significato radicalmente diverso. E superata questa ovvietà arriva il problema vero: Cosa percepisce l’altro? O meglio cosa trasmettiamo all’altro posto che la nostra intenzione sia la seconda?
La prima chiarezza da fare è, naturalmente, quale tipologia è la nostra ed il primo passo è essere onesti con se stessi. Cosa difficilissima da cui nasce un ulteriore interrogativo: come si fa ad essere onesti con se stessi?
Se poi nel nostro intimo siamo convinti che la verità sia la seconda, e già siamo ad un passo avanti, allora subentra, grande come un macigno, il problema della comunicazione. Cosa trasmettimamo? Il nostro pensiero lineare o elementi come la "Paura del rifiuto" mondano la comunicazione facendo trasparire aspetti che appartengono più alla prima categoria che alla seconda?
Ah, il tempo è tiranno, ma continuerò e mi scuso se oggi non si capisce nulla ma io sto nella vostra stessa posizione!